Bhagavad Gītā: il potere
In tonalità stoiche, si rammenta al sovrano che il desiderio di ricchezza non porta alla felicità, che si potrebbe raggiungere soltanto con l’annientamento di ogni desiderio. Qui è là tratti dell’etica bràhmanica si intersecano con l’apologia degli kshatriya, ed è giusto osservare che il poema non si richiama a un codice di autorità definito. Chi riesce a conseguire il potere vive nell’angoscia, chi non vi riesce perde la vita; in entrambi i casi, si scongiura qualsiasi possibilità di benessere. Il potere e la ricchezza si alimentano attraverso il godimento, come il desiderio sessuale: sembrano non bastare mai, e
la loro ricerca affligge l’esistenza.
Estratto da: Leonardo arena, storia del pensiero indiano, vol. II, Kindle Edition
I commenti sono chiusi.